Presento qui un parere contrario all'uso del pc nel caso di Disgrafia:
"[...] La sentenza di disgrafia, si accompagna quasi sempre con il consiglio/indicazione di utilizzare il computer per scrivere. Consiglio che viene di solito “subito” con qualche perplessità e sospetto dai genitori più sensibili, mentre è accettato con un certo entusiasmo dalle istituzioni scolastiche e dagli insegnanti che lo accolgono come suggerimento che faciliterà loro la lettura degli scritti faticosamente e, spesso, dolorosamente elaborati dai ragazzini disgrafici.
Tuttavia, accettare che il proprio figlio/allievo disgrafico non abbia nessuna possibilità di raggiungere un giorno una scrittura leggibile, costringendolo all’uso forzato di una macchina che faccia da prolungamento artificioso all’espressione dei sui pensieri, delle sue idee, del suo essere “umano”, è nei suoi confronti, cosa irrispettosa.
Perché, infatti, arrendersi di fronte a un problema superabile? La disgrafia non è un disturbo irreversibile. La disgrafia può e deve essere trattata. Ed è proprio questo il punto più nevralgico della questione disgrafia. “Come” e in particolare “da chi” può essere trattato questo disagio, (recentemente riconosciuto anche a livello ministeriale) come disturbo specifico dell’apprendimento?
Al primo quesito, rispondiamo subito che il PC non è certo terapeutico. Con l’utilizzo del computer il disgrafico disimpara l’uso a lui non più concesso della scrittura manuale. Tale soluzione, pertanto, è non solo antieducativa, ma anche antipedagogica in quanto:
* è una sottrazione indebità di una potenzialità da rieducare
"[...] La sentenza di disgrafia, si accompagna quasi sempre con il consiglio/indicazione di utilizzare il computer per scrivere. Consiglio che viene di solito “subito” con qualche perplessità e sospetto dai genitori più sensibili, mentre è accettato con un certo entusiasmo dalle istituzioni scolastiche e dagli insegnanti che lo accolgono come suggerimento che faciliterà loro la lettura degli scritti faticosamente e, spesso, dolorosamente elaborati dai ragazzini disgrafici.
Tuttavia, accettare che il proprio figlio/allievo disgrafico non abbia nessuna possibilità di raggiungere un giorno una scrittura leggibile, costringendolo all’uso forzato di una macchina che faccia da prolungamento artificioso all’espressione dei sui pensieri, delle sue idee, del suo essere “umano”, è nei suoi confronti, cosa irrispettosa.
Perché, infatti, arrendersi di fronte a un problema superabile? La disgrafia non è un disturbo irreversibile. La disgrafia può e deve essere trattata. Ed è proprio questo il punto più nevralgico della questione disgrafia. “Come” e in particolare “da chi” può essere trattato questo disagio, (recentemente riconosciuto anche a livello ministeriale) come disturbo specifico dell’apprendimento?
Al primo quesito, rispondiamo subito che il PC non è certo terapeutico. Con l’utilizzo del computer il disgrafico disimpara l’uso a lui non più concesso della scrittura manuale. Tale soluzione, pertanto, è non solo antieducativa, ma anche antipedagogica in quanto:
* è una sottrazione indebità di una potenzialità da rieducare
* va contro i principi morali della promozione delle abilità specifiche della persona umana
* differenzia il disgrafico dal gruppo classe
* innesta in lui un senso di “diversità” dal gruppo dei pari che si traduce inevitabilmente in senso di “inferiorità”
* incide negativamente sulla sua autostima
* riduce la sua autonomia
Se è vero che la scrittura del disgrafico non è buona perché non è “sana”, non è altrettanto vero che non si possa curare. Per cura si intende dare la possibilità al “malato” di “guarire” dal suo problema e non fornendogli un sussidio esterno che funga da “prolunga” per farlo arrivare a ciò a cui da solo non arriva.
Indicare ai bambini disgrafici di utilizzare il computer, significa negare loro la possibilità di esercitare una funzione fondamentale come la scrittura manuale. Sulla disgrafia si può e si deve intervenire non con scorciatoie che rimuovono il problema senza affrontarlo veramente, ma attraverso un percorso di rieducazione della scrittura che offra al ragazzo la possibilità di acquisire una competenza di cui ha estremo bisogno e diritto."