mercoledì 29 dicembre 2010

L'utilizzo del pc? Soluzione antipedagogica...

Presento qui un parere contrario all'uso del pc nel caso di Disgrafia:

"[...] La sentenza di disgrafia, si accompagna quasi sempre con il consiglio/indicazione di utilizzare il computer per scrivere. Consiglio che viene di solito “subito” con qualche perplessità e sospetto dai genitori più sensibili, mentre è accettato con un certo entusiasmo dalle istituzioni scolastiche e dagli insegnanti che lo accolgono come suggerimento che faciliterà loro la lettura degli scritti faticosamente e, spesso, dolorosamente elaborati dai ragazzini disgrafici.

Tuttavia, accettare che il proprio figlio/allievo disgrafico non abbia nessuna possibilità di raggiungere un giorno una scrittura leggibile, costringendolo all’uso forzato di una macchina che faccia da prolungamento artificioso all’espressione dei sui pensieri, delle sue idee, del suo essere “umano”, è nei suoi confronti, cosa irrispettosa.

Perché, infatti, arrendersi di fronte a un problema superabile? La disgrafia non è un disturbo irreversibile. La disgrafia può e deve essere trattata. Ed è proprio questo il punto più nevralgico della questione disgrafia. “Come” e in particolare “da chi” può essere trattato questo disagio, (recentemente riconosciuto anche a livello ministeriale) come disturbo specifico dell’apprendimento?

Al primo quesito, rispondiamo subito che il PC non è certo terapeutico. Con l’utilizzo del computer il disgrafico disimpara l’uso a lui non più concesso della scrittura manuale. Tale soluzione, pertanto, è non solo antieducativa, ma anche antipedagogica in quanto:
* è una sottrazione indebità di una potenzialità da rieducare 
* va contro i principi morali della promozione delle abilità specifiche della persona umana 
* differenzia il disgrafico dal gruppo classe 
* innesta in lui un senso di “diversità” dal gruppo dei pari che si traduce inevitabilmente in senso di “inferiorità” 
* incide negativamente sulla sua autostima 
* riduce la sua autonomia 

Se è vero che la scrittura del disgrafico non è buona perché non è “sana”, non è altrettanto vero che non si possa curare. Per cura si intende dare la possibilità al “malato” di “guarire” dal suo problema e non fornendogli un sussidio esterno che funga da “prolunga” per farlo arrivare a ciò a cui da solo non arriva.

Indicare ai bambini disgrafici di utilizzare il computer, significa negare loro la possibilità di esercitare una funzione fondamentale come la scrittura manuale. Sulla disgrafia si può e si deve intervenire non con scorciatoie che rimuovono il problema senza affrontarlo veramente, ma attraverso un percorso di rieducazione della scrittura che offra al ragazzo la possibilità di acquisire una competenza di cui ha estremo bisogno e diritto."

http://www.disgrafie.com/1/disgrafia-e-uso-del-computer/

Lavagna elettronica per la disgrafia...sarà utile?

Su un forum dedicato ai DSA ho trovato questo articolo, apparso su Repubblica credo nel 2007:
"Trenta bambini tra i 7 e i 10 anni, affetti da disgrafia, un disturbo dell'apprendimento che riguarda la capacità di scrivere in modo corretto, chiaro e scorrevole, sono stati sottoposti con successo a un intervento riabilitativo sperimentale. Si tratta dell'impiego di una sorta di "lavagna elettronica", una tavoletta grafica nata dalla collaborazione tra i neuropsichiatri infantili dell'IRCCS Burlo Garofolo di Trieste e i bioingegneri del Laboratorio di Strumentazione Biomedica del Dipartimento di Elettronica della locale università.
"La tavoletta", spiega Marco Carrozzi, direttore della Struttura Complessa di Neuropsichiatria del Burlo Garofolo, "somiglia a una di quelle lavagnette giocattolo su cui è possibile scrivere e cancellare all'infinito. In realtà è uno strumento estremamente sofisticato, composto da una superficie piana su cui il bambino scrive e da una penna wireless (senza fili). A intervalli regolari, la penna rileva e trasmette a un computer i principali parametri legati alla scrittura - posizione, pressione, inclinazione della penna - da cui è possibile ricavare, mediante un software analitico che li elabora, velocità e accelerazioni del movimento, ma anche soste, esitazioni e punti in cui la penna si stacca dal foglio. Il campionamento dei dati avviene con elevata risoluzione spaziale e permette di distinguere variazioni nel movimento che distano 0,01 millimetri". 
La tavoletta, usata da 205 bambini della scuola elementare, ha permesso di definire le caratteristiche della scrittura normale alle diverse età. E con queste è stato possibile individuare i bambini fuori della normalità e, di nuovo con la tavoletta, eliminare la disgrafia. Il difetto riguarda il 4% degli scolari e, pur non essendo grave, può incidere sull'autostima del bambino, contribuendo a creare situazioni di ansia derivanti dal basso rendimento scolastico e dalle conseguenti sollecitazioni della famiglia. Presto, la tavoletta grafica verrà messa a disposizione di tutti coloro che si occupano dei disturbi dell'età evolutiva. Ma potrà servire anche a studiare gli effetti terapeutici di diversi farmaci nel Parkinson."


giovedì 16 dicembre 2010

Cos'è la disgrafia?

La disgrafia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento, che incide sulle funzioni fondamentali della scrittura in assenza di deficit intellettivi e neurologici.
Essa influenza lo sviluppo della personalità, il rendimento scolastico e la motivazione.
Lentezza, scarsa leggibilità, disarmonia e disorganizzazione, rigidità o accuratezza eccessiva, gesto non controllato sono le spie per individuarla e valutarne il grado.
Si manifesta fin dalla prima infanzia e intervenire subito è fondamentale per recuperarla.

Ma come?
Basterebbero esercizi di rieducazione alla scrittura o nei casi più complessi le tecnologie ci vengono incontro?

Questo blog spera di rispondere a questa domanda o almeno di far luce su questo tema.